Mal di testa frequente: come usare i farmaci e dove farsi curare - iO Donna

2023-03-08 14:06:35 By : Ms. Jack Sun

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C on il termine di mal di testa o cefalea si indica in modo generico un dolore al capo di qualsiasi tipo e natura. Può dipendere da cause diverse, si può manifestare occasionalmente, oppure è molto frequente e invalidante tanto da compromettere le capacità lavorative, la vita familiare e sociale. «Se la cefalea è il sintomo di altre malattie sottostanti, come l’ipertensione arteriosa, la sinusite, diverse patologie endocraniche come le neoplasie, le malformazioni vascolari, la meningite è detta cefalea secondaria. Quando invece non ha altre cause evidenziabili con la TAC o la RMN, ma si manifesta esclusivamente con il dolore, viene chiamata cefalea primaria», spiega il Dottor Vincenzo Tullo, Neurologo  e Responsabile dell’Ambulatorio sulle Cefalee di  Humanitas Leggi anche › La dieta anti mal di testa: perché servono più cibi ricchi di Omega 3

Le cefalee primarie sono molto più frequenti rispetto alle cefalee secondarie e sono prevalentemente e in ordine di frequenza la cefalea tensiva, l’emicrania e la cefalea a grappolo. «La cefalea di tipo tensivo è la forma più comune (circa 1 persona su 3 ne soffre almeno una volta al mese), è più frequente dell’emicrania ma è meno invalidante. Il dolore è diffuso a tutto il capo, si irradia spesso in regione occipito nucale ed è di tipo gravativo-costrittivo (non pulsante). I fattori scatenanti sono la tensione nervosa, lo stress protratto, le posture scorrette, la carenza di sonno e le variazioni climatiche. L’intensità è lieve o media e l’attacco può durare da 30 minuti a 7 giorni», precisa l’esperto.

«L’emicrania è la cefalea primaria più nota e più invalidante: ne soffre più di una persona su 10, in 1/3 dei casi fin dall’infanzia. Il dolore di intensità severa si associa ad altri disturbi quali la nausea, il vomito, l’intolleranza a luce, suoni e odori. Le crisi, spesso unilaterali, hanno una durata se non trattate tra le 4 e le 72 ore e peggiorano con l’attività fisica di routine come salire le scale o tossire», spiega il Dottor Vincenzo Tullo.

«La cefalea a grappolo è una cefalea poco frequente che si caratterizza per il raggrupparsi delle crisi in determinati periodi dell’anno ed è più frequente nei maschi. Il dolore è molto intenso, pulsante-urente, della durata di 15-180 minuti, ricorrente a crisi ravvicinate (grappolo di attacchi) da 1 ogni 2 giorni a 8 al giorno, in sede orbitaria unilaterale. Si associa a congestione oculare, ostruzione nasale o rinorrea, abbassamento della palpebra, guancia e fronte rosse e sudate». Leggi anche › Agopuntura per chi ha mal di testa: un nuovo studio ne conferma l’efficacia

Spesso quando viene un attacco di mal di testa si prende un analgesico qualunque, quello che si ha in casa. Ma se gli attacchi sono frequenti e dolorosi, è bene parlarne con il medico e chiedere la prescrizione di farmaci specifici che agiscano in fretta e a lungo. «La terapia sintomatica dell’emicrania prevede come farmaci di prima scelta i triptani che agiscono sui recettori della serotonina e inducono una vasocostrizione delle arterie intracraniche. I triptani sono generalmente efficaci sia sul dolore che sui sintomi associati e quindi non richiedono l’associazione con i farmaci anti-vomito. Se una dose di triptano non è sufficiente si può assume una seconda dose dopo qualche ora oppure si può aggiungere un analgesico FANS (antinfiammatori non steroidei) tipo ibuprofene, naprossene, acido acetil salicilico, nimesulide. I FANS sono indicati nelle crisi di intensità lieve-moderata o quando i triptani risultano inefficaci», consiglia il Dottor Tullo. Dieta anti mal di testa: l’importanza dei cibi ricchi di omega 3 X

«Se la nausea e il vomito persistono si può assumere un antiemetico come la metoclopramide o il domperidone che, oltre a prevenire il vomito, può accelerare lo svuotamento gastrico. favorendo l’assorbimento dell’analgesico», precisa l’esperto.

L’analgesico è tanto più efficace, sul dolore e sui sintomi associati, quanto più precocemente viene assunto. È importante non superare il numero massimo di 10-12 analgesici in un mese per evitare l’instaurarsi di un effetto rebound con peggioramento e cronicizzazione della cefalea, oltre che per ridurre il rischio di effetti collaterali.

Il mal di testa non va sottovalutato. È necessario recarsi dal proprio medico o al pronto soccorso più vicino quando:

1) si manifesta in maniera improvvisa e violenta, molto più intenso di qualsiasi altro mal di testa avuto in precedenza

2) non scompare, anzi si aggrava con il passare del tempo, nonostante l’assunzione di antidolorifici

3) si presenta in seguito a un trauma cranico

4) se si manifestano sintomi neurologici: disturbi visivi (vista offuscata), difficoltà nell’eloquio, debolezza agli arti di metà del corpo

5) se la frequenza e la durata degli attacchi è improvvisamente e significativamente aumentata negli ultimi tempi

6) se il dolore, anche se di lieve entità, si associa alla presenza di febbre molto alta

7) se la cefalea è persistente in gravidanza

Una normale visita medica è, nella maggioranza dei casi, il momento in cui si può diagnosticare e trattare il mal di testa. È attraverso l’anamnesi che si può riconoscere il tipo di cefalea, e scoprire se si tratta di una cefalea primaria, e quindi patologia a sé, o secondaria. Compito del neurologo è di individuare i fattori che scatenano gli attacchi, consigliare precauzioni e identificare la terapia più adeguata. E richiedere altri esami, come la Risonanza Magnetica encefalica, la TAC al cranio, l’elettrocardiogramma, l’elettroencefalogramma, la radiografia al cranio, gli esami di laboratorio, la polisonnografia o altro.

Quando ci si rivolge a un centro di cura per le cefalee, lo specialista può prescrivere alcuni esami clinici. Ecco quali sono i più comuni.

La radiografia permette di visualizzare le componenti dure della scatola cranica. Il paziente viene fatto appoggiare a una parete dietro la quale è posizionata una lastra, sulla quale si impressionano i raggi X. La procedura prevede che il paziente sia in piedi. L’esame può essere utile per determinare un danno sospetto all’osso, la presenza di alcuni tumori, o una più semplice sinusite: il mal di testa potrebbe derivare da una di queste patologie.

Tra gli esami diagnostici, l’elettroencefalogramma (EEG) misura l’attività elettrica cerebrale attraverso l’utilizzo di alcuni elettrodi posizionati sul cuoio capelluto, e la riproduce su uno schermo sotto forma di una serie di onde. L’esame non è invasivo o doloroso: il paziente viene fatto accomodare su una poltrona o lettino, e si applicano circa venti elettrodi, ognuno dei quali adibito alla registrazione di informazioni di una certa area del cervello. L’EEG fornisce informazioni non solo su attività elettriche anomale, ma anche sulla loro localizzazione. È indicato nelle brevi crisi di cefalea, in caso di alterazioni della coscienza, di crisi epilettiche, di deficit neurologici focali e di emicrania basilare.

La risonanza magnetica nucleare (RMN) si basa sull’applicazione di un campo magnetico di intensità elevata e onde di radiofrequenza alla parte del corpo da esaminare (in caso di mal di testa, la scatola cranica). Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino, che entrerà nel tubo del macchinario; può richiedere la somministrazione in vena di un mezzo di contrasto e necessita dell’immobilità del paziente per tutta la durata dell’esame. La RMN all’encefalo può servire in caso di cefalee con elementi atipici, deficit neurologici a insorgenza improvvisa, demenze, tumori primitivi o metastasi, patologie demielinizzanti come la sclerosi multipla o patologie infettive tipo encefalite o meningite. La RMN non è per tutti: a causa del campo magnetico, i portatori di pacemaker o di altri dispositivi ad attivazione magnetica non possono sottoporsi all’esame; in caso di dubbi sulla presenza nel corpo di parti metalliche (come punti di sutura, clip, protesi) è fondamentale che il paziente informi il personale medico.

La TAC, sigla che sta per Tomografia Assiale Computerizzata, è un esame radiologico che utilizza i raggi X per osservare l’interno dell’organismo. Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino all’interno di un tubo aperto; è necessario che resti immobile per i minuti che richiede l’esame (circa 5). La TAC produce delle scansioni del cervello, creando una mappa geografica che evidenzia le strutture presenti, ed è indicata nei casi di urgenza, come in seguito a emorragia cerebrale e trauma cranico. In genere, si ricorre alla TAC in caso di controindicazioni alla risonanza, come clips ferromagnetiche sui vasi, pace-maker cardiaco, claustrofobia.

La Polisonnografia è un esame diagnostico strumentale utilizzato per pazienti con disturbi del sonno, e spesso con cefalea notturna o del risveglio. Questo esame rileva preziosi parametri nel sonno del paziente come il russare, l’ossigenazione del sangue, la frequenza cardiaca, i movimenti del corpo, i microrisvegli, la qualità del sonno. Ricevi news e aggiornamenti sulle ultime tendenze beauty direttamente nella tua posta Iscriviti alla newsletter

L’ECD – Eco Color Doppler è un esame non invasivo che permette il monitoraggio della circolazione arteriosa diretta verso il cervello attraverso le carotidi e le arterie vertebrali. È utile in caso di diagnosi delle malattie cerebrovascolari – tra le quali alcune cefalee. Sostanzialmente si tratta di un’ecografia arricchita da valori visivi (Color) e acustici (Doppler), fondamentali per valutare i vasi e il flusso del sangue al loro interno. L’esecuzione dell’ecocolordoppler dei tronchi-sovraortici non presenta particolari controindicazioni.